La Corea del Sud vista dalla "Bassa" Padana, (di Jessica Boveri)

Scritto da Rota Raffaella il 21-12-2018

Nel corso dei mesi ci furono vari scambi di email, addirittura una telefonata sul mio telefono cellulare direttamente dalla Corea del sud! Facevo fatica a capire l'inglese con accento coreano, ma l'entusiasmo di May per aver finalmente trovato un'ospitante era palpabile. La donna super-efficiente e organizzata (aveva quasi tutte le sere della settimana occupate, in aggiunta a un lavoro full-time!) che avevo imparato a conoscere virtualmente acquistava concretezza.

Iniziai il mio viaggio di acculturamento verso la Corea del sud, di cui fino a quel momento non sapevo assolutamente nulla: articoli in Internet, Wikipedia, ma soprattutto video su YouTube in cui si descrivevano le caratteristiche dei coreani moderni. Scoprii così che

1) la chirurgia plastica in Corea è all'ordine del giorno. Il mercato del lavoro è estremamente competitivo e le persone, per accaparrarsi i posti migliori, devono presentarsi in modo impeccabile, quindi non sono ammesse imperfezioni fisiche;

2) è molto diffuso il consumo di alcool, soprattutto tra gli uomini;

3) l'attenzione all'igiene è massima;

4) le coppie amano segnalare il proprio status di coppia indossando indumenti appaiati (stessi pantaloni, stesso cappellino, ecc.); il mio ex non voleva mai!!;

5) Le scuole spesso fanno lezione dalle 8 di mattina alle 8 di sera. Anche per i lavoratori, non è inusuale lavorare fino a mezzanotte.

Arriva il fatidico giorno. Il giorno prima avevo mandato indicazioni precise via email su come raggiungere casa mia. Non vedendoli arrivare, vado a prenderli in bicicletta alla fermata dell'autobus. Vedo 3 persone con valigie ENORMI che caracollano nella direzione sbagliata, verso il paese vecchio! Mi presento, noto l'espressione di sollievo sulle loro facce, li porto a casa. Entrano. Il marito, stravolto (il 14 agosto era una giornata caldissima e afosa), dopo aver dato un'occhiata alle finestre spalancate suggerisce a gesti di tenere aperta la porta d'ingresso. Spiego che ci sono le zanzare. Sguardi di terrore negli occhi. Di tutti.

Nel corso della serata e della giornata successiva si alternano momenti di condivisione e momenti in cui ognuno si dedica alle proprie incombenze.

Il giorno di Ferragosto arrivano in visita mio fratello con la moglie per mangiare l'anguria tutti insieme in giardino, in serata May mi insegna a preparare i kimpap (il sushiroll coreano), con i fogli di alghe, il riso, delle carote pickled e altro che ha portato con sè dall'Olanda. Io le mostro come usare la nostra mezzaluna per tritare il rosmarino.

Tra una cipolla e una foglia d'insalata, ci scambiamo confidenze da donne. Anche in Corea la cultura tradizionale fa ricadere la maggior parte del lavoro sulle donne e sulle madri.

Timidi tentativi di scambi linguistici italo-coreani e coreano-italiani, con gran risate di tutti.

Il mattino dell'ultimo giorno li accompagno alla fermata dell'autobus, loro a piedi e io, con le valigie (non ci stanno nemmeno tutte!), nella mia Panda. Il loro avventuroso viaggio prosegue in treno verso le Cinque Terre, Firenze e Roma.

E’ stato arricchente, stimolante e faticoso. Certo, non esente da piccoli fastidi (i mozziconi di sigaretta trovati in giardino dopo la partenza degli ospiti, la virtuale - è proprio il caso di dirlo - scomparsa di marito e figlia una volta ottenuta la passord del wifi, i piatti lasciati sporchi in tavola una volta finito di mangiare, manco fossero al ristorante), ma anche queste rappresentano delle piccole lezioni da imparare.

 

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